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Educativa di strada, Incontri culturali, Palermo

Educativa di strada

I ragazzi di Danisinni sono scesi in piazza, adibita a campo sportivo, per una manifestazione organizzata dallo Staff del settore giovanile del Palermo Calcio.

Tra tiri in porta ed allenamenti tecnici i ragazzi si sono confrontati con il gruppo Rosanero all’insegna dell’orgoglio sportivo e del rispetto delle regole.

Il Centro Educativo della Comunità da anni investe nelle pratiche sportive per favorire la crescita delle nuove generazioni che abbisognano di contesti positivi di espressione della loro vitalità e, al contempo, di regole capaci di incanalare energie e percorsi di senso.

È attraverso il gioco che si comincia ad esplorare il mondo e si impara a conoscere se stessi e gli altri e lo sport ha una valenza fondamentale nel creare un simile contesto.

Questo processo, in particolare, risponde al duplice bisogno di unicità e appartenenza dove a ciascuno è dato di sperimentarsi nella propria originalità e, al contempo, sentirsi parte di un gruppo e non da solo. Questi sono principi basilari per la maturazione personale, infatti, quando diversamente viene esasperata l’unicità si dà luogo ad individui narcisisti incapaci di riconoscere l’altro e, al contempo, quando ci si sbilancia sull’appartenenza viene meno la capacità critica e la passivizzazione arriva al totale compiacimento altrui.

Il calcio è uno degli sport a cui la Comunità di Danisinni sta dando spazio, il prossimo mese di gennaio sarà inaugurata la palestra di pugilato che vuole offrire un’ulteriore opportunità di pratica sportiva per l’accompagnamento dei giovani.

Il pugilato, in particolare, insegna a controllare l’impeto e l’aggressività favorendo l’ascolto e l’espressione funzionale delle proprie emozioni.

Insegnare a scaricare lo stress in modo positivo è un aspetto rilevante ai nostri giorni, assistiamo al diffondersi di un’escalation di violenza per le strade delle nostre città e ciò è dovuto a un grave carico di frustrazione o di noia che raramente trova risposte educative appropriate.

Ordinariamente gli sport di combattimento danno una capacità di sicurezza di sé e di autocontrollo che, in genere, fanno superare il bisogno di affermarsi sull’altro e tanto meno sui più deboli.

Paradossalmente –  rispetto all’idea comune – si impara a vivere la competizione ed il conflitto in modo non violento e ciò porta ad una competenza relazionale necessaria in particolare per gli adolescenti.

Le nuove generazioni, sovente, portano un carico di frustrazione assai grave a motivo della mancanza di riferimenti adulti e di famiglie evanescenti ove l’individualismo, spesso, si traduce in mancanza di cura della prole. I piccoli, piuttosto, non abbisognano di cose con cui interagire ma di ascolto e di riconoscimento da parte del mondo adulto, interlocutori credibili e capaci di definirli con i limiti necessari.

Molti credono, erroneamente, che l’amorevolezza sia dettata dal surplus dei regali elargiti e invece si esprime attraverso il tempo speso nella relazione con l’altro.

L’educativa di strada rappresenta un’azione basilare per recuperare questo rapporto perduto che si esprime nel disagio giovanile. Il pugilato così come il calcio in piazza rappresentano interventi privilegiati per riagganciare e supportare la loro crescita positiva. Si entra in rapporto con i giovani partendo dal loro contesto e dal loro “linguaggio” restituendogli voce e protagonismo di vita.

È così che la Comunità di Danisinni cerca di promuovere la crescita e prevenire il disadattamento ed i comportamenti devianti. Il processo di inclusione avviene anche attraverso il recupero con la misura alternativa alla detenzione e la proposta delle officine di artigianato che saranno allestite all’interno del Villaggio Circolare in prossima apertura.

Nel mentre l’orgoglio Rosanero della manifestazione appena trascorsa, insieme alla maglia del Palermo ci ha donato il senso dei due colori che ha un sapore sapienziale così come ispirò Vincenzo Florio nel Circolo Sport Club di via Mariano Stabile quando i primi del 1900 affermava che, indossando questi colori, nella sconfitta si sarebbe potuto bere l’amaro nocino dal colore nero e nel caso di vittoria la dolcezza del rosolio alla cannella.

Un’immagine che dice che la vita, nella sua complessità, aldilà delle cadute o dei successi va quotidianamente fronteggiata e di questo il popolo di Danisinni è assai esperto.