Aperto ai minori
La celebrazione inaugurale dell’Asilo nido “Galante” di piazza Danisinni segna un punto di svolta per lo sviluppo del territorio. Il processo di rigenerazione urbana trova, oggi, un presidio pubblico nuovamente restituito alla cittadinanza e non solo ai piccoli ma anche alle famiglie della città.
Siamo giunti alla quarta riapertura che dal 1960, anno della costruzione, ha segnato la travagliata storia dell’allora “Casa della Madre e del Bambino” voluta dal benefattore Luigi Biondo al quale il Comune assegnò la superficie nella spianata di Danisinni ove realizzare il polo materno-infanzia.
Un’opera, sembrerebbe, richiesta dai frati Cappuccini Guglielmo e Teodoro che guidavano la chiesa locale “Gesù, Maria e Giuseppe” e sostenuta dalla visione profetica del cardinale Ruffini che, in quegli anni, volle implementare in tutta Palermo presidi per la salute e l’educazione a servizio della comunità e volti alla riqualificazione di tutte le aree della Città intesa, nel suo miraggio urbanistico, quale villaggio di prossimità solidale.
Due grandi uomini come Luigi Biondo ed il cardinale Ruffini trovarono l’appoggio dell’Amministrazione pubblica mettendo in pratica quella che oggi si chiamerebbe sussidiarietà circolare dove lo Stato progetta insieme alla Comunità e quindi alle realtà ecclesiali, al terzo settore e ai privati cittadini, secondo un criterio di partecipazione dal basso.
A questo patto sociale, indubbiamente, oggi dovrebbe aggiungersi anche l’Impresa profit considerato che un virtuoso tessuto sociale genera il capitale umano indispensabile alle Aziende perché capace di cooperazione e di motivazione intrinseca dettata dai valori e senso della vita di cui ciascuno è depositario.
Oggi la crisi del sistema capitalistico che centrava nel successo e nella performace di eccellenza il giudizio di merito delle persone, ha perso di efficacia e le Imprese, sovente, entrano in crisi perché manca quel collante frutto della autentica relazione umana che fa da pase a qualsiasi attività si voglia portare avanti.
Il precedente sistema è entrato in crisi e il mito della felicità legata al successo ottenuto, si è rivelato illusorio anche perché ha generato individualismo cinico e competizione caratterizzata da profonda solitudine. È perciò che sta maturando una rinnovata riflessione che restituisce valore alle relazioni sociali e alla capacità di motivazione e direzione di vita per sostenere la fatica legata alla frustrazione del quotidiano.
La popolazione che abita le periferie è abituata al confronto con il limite e alla mancanza delle risorse necessarie e, perciò, riteniamo che i presidi pubblici insieme a quelli attivati dal terzo settore come i centri educativi, le biblioteche di quartiere o le fattorie comunitarie, diventano contesti di rilevante importanza per trasformare i limiti in processi virtuosi di cooperazione, solidarietà ed empatia verso il prossimo.
Il polo materno-infanzia di Danisinni avrà anche delle ripercussioni preziose nello sviluppo di tutto il territorio perché attorno al presidio pubblico potranno nascere attività d’impresa e spazi di condivisione funzionali alla crescita umana e alla microeconomia locale.
L’assenza del Nido, diversamente, aveva come conseguenza la mancata iscrizione alla scuola materna e la successiva difficoltà nell’inserimento alla scuola primaria. Passaggi indispensabili per favorire la positiva costruzione di un percorso di crescita e maturazione del tessuto sociale.
La riapertura del Nido di Danisinni, dunque, porta con sé la promessa profetica di questo processo che è significativo per tutta la città di Palermo. Ogni quartiere abbisogna di presidi educativi rivolti alla crescita umana nel suo processo evolutivo a partire dai primissimi giorni di vita e ciò va pensato all’interno di un tessuto sociale in cui la famiglia viene accompagnata e sostenuta, e dove la creazione di nuovi spazi di comunità offre la possibilità di prendersi cura di ogni aspetto della vita personale e familiare.
Il processo di rigenerazione che attraversa Danisinni, per questo motivo, è rivolto a riqualificare luoghi come la fattoria comunitaria, il borgo sociale, il villaggio circolare, la biblioteca e la palestra di quartiere, favorendo l’inclusione e la cooperazione nel gioco, nella cura dei luoghi, nella sosta e nello spazio di ascolto per coltivare l’interiorità spirituale, nell’inserimento lavorativo. Ad ogni dimensione dell’umano va prestata attenzione perché ciascuno è molto più dell’istante immediato o di ciò che può produrre. Non si è individui avulsi dal contesto relazionale e, piuttosto, ad ognuno è dato di ascoltare e di condividere il bene per sé e per gli altri.
Custodire il futuro delle nuove generazioni è un criterio basilare per verificare l’attendibilità dei nostri processi di sviluppo e per correggere il tiro se è necessario. A poco serve intervenire sui sintomi successivi alla mancata cura – come, ad esempio, l’escalation di violenza manifestata dalle baby gang o il diffondersi delle dipendenze o l’aumento della criminalità, – attraverso un metodo meramente repressivo.
Al pari della meritocrazia la repressione non procura maturazione interiore, non sana la solitudine o la frustrazione che ci attraversa. È necessario entrare nella novità dei rapporti umani per auspicare effettivo cambiamento.
La profezia che il Nido di Danisinni ci rivela che questo è possibile ma a condizione che tutti siano coinvolti nel processo di rigenerazione. Con questo spirito di visione, che non si ferma all’immediato, la Comunità Educante Zisa-Danisinni continuerà ad impegnarsi per la riapertura del Consultorio familiare annesso al Nido e per arricchire la proposta educativa del presidio Pubblico con altri servizi rivolti alla genitorialità e ai minori. Anche tornare ad abitare anche il giardino perimetrale al Nido in modo informale e ricreativo offrirà una significativa riappropriazione di un luogo che era stato abbandonato dalle Istituzioni e che nei decenni si era trasformato in una discarica a cielo aperto.
Con gratitudine ed emozione per questo giorno così prezioso riconosciamo in modo tangibile la veridicità dello slogan assunto dalla Comunità educante: “Il modo migliore per Rinascere è partire da chi Nasce”.